Valorizziamo le potenzialità dell’attività sportiva per un’Italia migliore
Folgaria, stupenda località trentina, accoglie da oggi, fino a domenica, il 20° Campionato Nazionale di Sci, “Diavolina Cup”. Comincia così la stagione sportiva 2018 del Csi, che si arricchirà giorno dopo giorno di incontri, manifestazioni, tornei, campionati. L’attenzione del Csi è particolarmente rivolta ai più giovani, per cui questi momenti rappresentano spesso l’inizio di un sogno. Da tempo abbiamo scelto la cura dei settori giovanili per le riconosciute potenzialità aggregative e formative. Ma non ci basta enunciare dei principi: bisogna metterli in pratica. Per questo siamo impegnati a migliorare la nostra proposta sportiva nei suoi aspetti etici e morali, quindi non solo in quelli organizzativi, per fare in modo che i più piccoli siano accolti nel modo giusto. Dobbiamo imparare a cogliere la bellezza dei loro sguardi, aperti su un mondo per loro totalmente nuovo, felici di incontrare tanti coetanei provenienti da tutta Italia. Ma in quegli sguardi passa il nostro modo di operare e guai se non fossimo consapevoli di essere per quelle bambine e quei bambini dei punti di riferimento, degli esempi da imitare. Hanno voglia di fare sport in modo gioioso e sereno. Hanno voglia di ridere e scherzare e poi anche di essere seriamente impegnati nelle prove sportive, ma sempre in un contesto di reciproco rispetto capace di produrre relazioni, amicizia, voglia di stare insieme e di camminare sul sentiero della vita dandosi la mano. Chi si preoccupa di questo? Chi rende possibile tutto ciò? Anzitutto i moltissimi dirigenti di società sportive della nostra Associazione, che donano se stessi, il loro tempo, sacrificando a volte il lavoro e la famiglia, per rendere possibili i campionati, le gare, le manifestazioni, le feste. Sono tanti questi dirigenti, e sono di alto profilo sportivo e sociale. Si tratta di persone schive, che lavorano lontano dai riflettori e che voglio ringraziare a nome del Csi per quanto fanno per il bene dell’Associazione e della società intera. Questo è il mondo che vorrei la politica prendesse a cuore. Sono giorni intensi di riflessioni e dibattiti su quello che sarà il futuro delle più importanti istituzioni italiane, Governo, Camera e Senato. Avverto con amarezza che si parla troppo poco della società civile, delle sue potenzialità e di quello che sta facendo per la comunità tutta. Non si tratta di voler avanzare nuove richieste, ma di suggerire alla politica, di cui ho il massimo rispetto, di ascoltare la voce della società. Prima dei sostegni economici e dei finanziamenti serve il rispetto verso chi lavora per favorire la pratica sportiva ai livelli basilari, quelli degli oratori e delle piccole società sportive che vivono di autotassazione e di volontariato puro. Di cosa c’è bisogno? Di poche regole, chiare, che non creino percorsi ad ostacoli per chi vuole promuovere lo sport ma al contrario lo favoriscano. Ci sono troppe norme sugli aspetti economici, fiscali, assicurativi, medici e tanto altro. Sarebbe importante invece che le istituzioni pubbliche sapessero individuare le modalità per riconoscere chi sa proporre attività sportiva di base e ne valorizza le enormi potenzialità. Anche in questo modo si potrebbero risolvere tanti problemi e migliorare l’Italia.